Just a cigarette in the men's bathroom! What do you want to happen?, NathanxMaryLi

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view post Posted on 26/4/2011, 16:55
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Acoltò le sue parole annuendo, in quella spilla ci vedeva qualcosa di sua madre.
"Non credo che potrei mai vedere Annette come un oggetto sessuale in qualunque caso."
Mormorò tirando una boccata dalla paglia, era sua madre, cazzo! Non una di quelle che si faceva in bagno... però era anche vero che la piccola Winchester non poteva saperlo, lui chiamava sua madre solo per nome e non in altra maniera, aveva perso l'abitudine di chiamarla mamma molto tempo prima.
"A quanto pare ti devo ringraziare, vista così penso che le piacerà veramente tanto."
Del resto era anche il primo regalo che le faceva da tanto tempo... si sua madre avrebbe apprezzato il piacere. Fece un segno di saluto mentre lei usciva, sistemandos la propria roba per andare prima a casa a prendere un altro mazzo di chiavi e poi da sua madre, con il pezzo di ferro fuso che aveva in tasca non ci avrebbe fatto un granchè.
Quando uscì dall'infermeria vide Michael che lo aspettava, passandogli poi il libro di storia.
"Te lo eri dimenticato."
"Grazie."
Non riuscirono nemmeno a fare due chiacchere visto che l'altro andò quasi subito ma del resto lui iniziava il lavoro appena finita la scuola, quella sera al locale avrebbe dovuto dare il cambio proprio all'amico. Nemmeno il tempo di riposarsi dopo l'altro lavoro che eccolo che iniziava il turno, tanto era se quando tornava a casa aveva il tempo e la voglia di farsi una doccia per evitare di pizzare come un cane bagnato. Poi si sarebbe sorbito le lamentele della zietta perchè era stato pochissimo da sua madre e l'aveva lasciata da sola... Cazzo ma era anche sua sorella! La zietta cara non muoveva mai il culo per andare a trovare Annette, era tanto se si ricordava chi fosse! Ma comunque aveva im0parato a conviverci, la lasciava parlare facendosi entrare da una orecchio ed uscire dall'altro tutti quegli urli e strepiti che quella grandissima puttana lanciava. Tirò fuori dalla tasca il portafoglio controllando di avere abbastanza soldi per la spilla mentre si avviava verso casa, altrimenti avrebbe pure dovuto prenderne fuori altri dal conto corrente e sai che palle? Gli altri servivano per le cose in casa, non per altro. Sospirò rimettendo il portafoglio in tasca e sistemandosi nelle orecchie le cuffie del lettore mp3, alzando al massimo il volume, lanciando un occhiata davanti a sè... La tipa poco lì davanti gli sembrava di conoscerla ma nemmeno pensava che fosse quella con cui aveva parlato nemmeno una mezz'ora prima, ovvero la piccola Winchester.
 
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»Donnie
view post Posted on 6/7/2011, 01:22




Emma191
C'erano così tante cose che non quadravano in quella giornata che a farne un elenco avrebbe sprecato un intero quaderno! Già si sarebbe sotterrata dalla vergogna per il sogno su Thompson -tra l'altro perchè fra i sei miliardi di persone al mondo doveva trovarsi proprio lui nella sua testa mentre dormiva? E in tali atteggiamenti poi!- in più quello le chiedeva consigli su un regalo per una ragazza. Dire che mancasse di logica sarebbe stato un eufemismo! Si erano fatti la guerra dall'inizio del semestre, raggiungendo picchi di odio violenti proprio quel dì e lui sotterrava l'ascia di guerra per avere il suo parere femminile! Quello era il colmo, ma decise di sorvolare sulla questione come ringraziamento per non aver fatto domande strane -ma azzeccate- o insinuazioni quand'era stato il suo turno di comportarsi da fuori di testa. Rispose perciò sinceramente alle sue domande, pur curiosa di sapere a chi mai si stesse rivolgendo l'idiota patentato di fronte a lei. Stando a quel che si mormorava in giro non aveva un reale interessi per legami più duraturi di una singola scopata e nel caso ne avesse avuto uno quella poverina poteva definirsi un cervo, viste le corna ramificate sulla sua testa!

CITAZIONE
"Non credo che potrei mai vedere Annette come un oggetto sessuale in qualunque caso. A quanto pare ti devo ringraziare, vista così penso che le piacerà veramente tanto."

Era curiosa al riguardo, ma non gli avrebbe mai domandato niente. Ne andava della sua dignità! Perciò si limitò ad un'occhiata divertita e ad un sopracciglio alzato. "Guarda, guarda! Questa sì che è bella! Thompson tiene ad una ragazza! Ed io che pensavo fossi solito caricartele in spalla portandole alla tua tana!" Sì, era un riferimento piuttosto velato a King Kong visto che lei lo trovava decisamente somigliante al celebre gorillone, anche se era assai convinta che l'animale in questione avesse molto più cervello del suo detestato e detestabile compagno di classe. Fece comunque spallucce e raccattò la propria roba. "Grazie a te per avermi dato prova che i miracoli esistono! Sai, non ci ho mai creduto" e come poteva con una famiglia come la sua? Insomma, era la nipote diretta di Lucifero e del più famoso succubus della storia, a cui doveva la sua straordinaria bellezza tra l'altro -anche se avrebbe preferito una taglia di seno in più. -! Uscì dallìinfermeria salutandolo, ma non appena fuori si imbattè in un ragazzo decisamente alto e ben piazzato! "Ciao, MaryLi" la salutò con un sorriso degno di un divo del cinema! Mica male che un tale maschio conoscesse il suo nome! "Ciao!" ricambiò sorridendo. "Non che mi dispiaccia che tu sappia come mi chiamo, ma chi saresti di grazia?" chiese appoggiandosi ad una delle colonne poste in mezzo alle varie sale comuni dell'Istituto. Il sarcasmo era una delle poche cose che avesse ereditato da sua madre e senz'ombra di dubbio sapeva usarlo piuttosto bene. Soprattutto perchè sapeva benissimo chi fosse. Mark Anthony, il capitano della squadra di football della scuola ovvero soltanto il ragazzo più ambito fra quelle quattro pareti, probabilmente persino fuori. Alla sua domanda infatti l'altro si mostrò alquanto sorpreso, ma alla fine si presentò chiedendole che programmi avesse per il ballo ormai imminente. MaryLi sorrise scostandosi una ciocca di capelli dal viso. "Manca ancora un mese, capitano" disse ridendo gioviale. "Comunque non so di preciso, ho diverse proposte che aspettano di essere vagliate. Se vuoi posso prendere in esame anche la tua" proseguì ammiccando. Chiunque avrebbe accettato senza pensarci su due volte, ma lei aveva ancora una testa funzionante e specialmente considerava quella frivolezza studentesca qualcosa di a dir poco importante! Fin da quando era piccola aveva sognato di poterci andare con quello che sarebbe stato il suo uomo per tutta la vita e dubitava che uno i cui maggiori interessi erano un pallone e le tette potesse esserlo. "Wow! Sei la prima che si mostra così fredda con me" le venne infatti risposto. Già per la seconda volta lo soprendeva, ma non sembrava che ciò fosse sufficiente a farlo desistere dal suo obiettivo. "Sono la prima che incontri che ha abbastanza fegato da scambiare due chiacchiere sensate con te senza sbavarti addosso o impazzire per qualsiasi tuo gesto" lo rimbeccò senza batter ciglio. Infatti quello annuì in rimando chiedendole poi il numero che ricevette con la stessa impassibilità. Uno squillo e anche lei memorizzò il suo. L'altro stava già per chiederle chissà cosa, sicuramente voleva invitarla ad uscire, che gli arrivò un messaggio dove gli si chiedeva di sbrigarsi visto che stavano per cominciare gli allenamenti. "Devo andare" disse infatti piuttosto seccato. "Pensa a quello che ti ho detto, ci vediamo MaryLi!" concluse sorridendole e baciandole una guancia. La loro conversazione non era durata che un paio di minuti, ma questo non le evitò un sollecitamento ad andare a casa da parte delle bidelle stupite di vederla ancora a scuola.
Una volta fuori si incamminò a passo veloce senza curarsi di nient'altro. Suo fratello probabilmente era già a casa con Raymond. Erano tre giorni che lo nascondevano ormai, la sua permanenza stava ormai per finire e passavano tutto il tempo insieme come due piccioncini e ciò la rendeva certa che avessero qualcosa da nasconderle. Sospirò. Possibile che Alien, così timido e riservato, avesse già trovato la sua anima gemella e lei, invece estroversa e spigliata, si dimostrasse sempre fredda con chiunque ci provasse in attesa del vero amore? Quasi sicuramente si stava facendo delle paranoie per niente, d'altronde era improbabile che suo fratello fosse finalmente riuscito a parlare chiaramente di sentimenti con qualcuno che non fosse un pezzo di carta che sarebbe poi finito in mille pezzi dentro un cestino. Era talmente assorta nei suoi pensieri che per poco non si accorse di una macchina che, sfrecciando a tutta velocità accanto al marciapiede, stava per bagnarla con l'acqua di una pozzanghera formatasi il giorno prima durante il temporale. "Idiota!" urlò facendo un salto all'indietro. "Guarda dove vai!" sbraitò ancora accorgendosi solo in quel momento di essere finita addosso a qualcosa o, meglio, qualcuno. Voltò il capo pronta a scusarsi, ma le parole le morirono in gola. Oh no!
 
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view post Posted on 23/10/2011, 16:05
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Decisamente le cose non potevano andare peggio. Insomma... quella giornata era proprio strana, a parte che sarebbe stata molto più strana per la piccola Winchester visto che contava che le telefonate sarebbero ben presto iniziate e ciò non poteva che renderlo in qualche modo divertito.
Ma a parte quello sentirsi dire che riteneva Annette una ragazza, anzi che era una che si portava a letto, gli urtava i nervi decisamente.
"è mia madre Winchester!"
Replicò secco prima di salutarla con un gesto della testa. sapeva che molti credevano che fosse orfano in quanto nessuno lo aveva mai sentito parlare dei genitori e lo avevano sempre visto con sua zia.
Comunque era poi uscito ricevendo un messaggio dalla sudetta zietta con minacce, se non avesse pagato le bollette sarebbe potuto andare a dormire tranquillamente a dormire al parco.
Bello!
Odiava quella iena. Aveva appena rimesso il cellulare in tasca quando una macchina troppo lanciata fece fare un salto all'indietro alla Persona che aveva davanti facendola finire addosso a lui, il lettore mp3 crollò miseramente a terra, lo calpestò addirittura per cingere la vita della ragazza, perchè era una ragazza, impedendole di cadere in questo modo.
Porca di quella grandissima troia! Rialzò lo sguardo verso l'impedita senza nemmeno stupirsi di chi avesse fra le braccia.
"Winchester..."
iniziò staccandosela di dosso e raccogliendo il piccolo oggetto.
"Mi devi un mp3, sembravi meno impedita in classe... cos'è? Avevi intenzione di danneggiare qualcos'altro di mio?"
In questo modo le metteva anche in chiaro che sapeva benissimo chi avesse distrutto le sue chiavi senza crollare in discorsi troppo strani.
Non ne aveva la minima voglia.
"Dovresti guardare un pò a quello che fai."
Le consigliò con un cipiglio piuttosto irritato anche se distaccato. Aveva lavorato un sacco per quel cazzo di lettore ed ora per colpa di una cogliona era distrutto! Che nervi! Tra l'altro era la giornata più sbagliata del mondo, le palle gli giravano da quella mattina e lei non aveva aiutato affatto!
 
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»Donnie
view post Posted on 23/10/2011, 18:29




Emma191
Non l'aveva nemmeno ascoltato. Era semplicemente uscita dalla stanza senza prestare attenzione alle sue parole. L'aveva aiutato, d'accordo, ma non gli interessava ricevere chissà quali scabrosi dettagli fra lui e la ragazza che presto si sarebbe trovata in possesso di una spilla per il suo compleanno. Fuori dall'infermeria, però, si era trovata davanti un nuovo ostacolo: il quaterback della scuola! Certo un gran bel pezzo di maschio sebbene non fosse sicura che le sue innegabili doti fisiche rispecchiassero anche quelle intellettive. Il ragazzo venne comunque presto sollecitato ad andarsene e lei fece lo stesso subito dopo.
Camminava a passo spedito quel giorno. Dopotutto suo fratello era pur sempre in compagnia di un vampiro, sebbene mister sorriso lucente si rivelasse, giorno dopo giorno, più innocuo di un coniglietto. Anche se, visto quanto lui e Alien si stessero avvicinando, dubitava avrebbe mantenuto la stessa pacatezza nel caso il padroncino, così si ostinava a chiamarlo, si fosse trovato in pericolo o attorniato da qualcuno di sgradito... sebbene fosse sempre da vedere a chi fra i due quel "qualcuno" fosse indigesto! Stava pensando proprio a loro quando fu costretta a saltare in braccio alla persona dietro di lei per evitare di ritrovarsi bagnata dalla testa ai piedi a causa di un'auto che si era lanciata a folle velocità sulla pozzanghera accanto al marciapiede sul quale stava camminando. Si era subito ritrovata stretta per la vita da un paio di braccia forti e prettamente maschili. Vista la situazione quello doveva essere proprio l'uomo della sua vita! Il principe aitante e prestante dotato di favolosi riflessi evita una bella caduta alla dolce principessa in difficoltà! Si voltò col sorriso sulle labbra pronta a ringraziare e ad incontrare l'amore che l'avrebbe accompagnata nel corso degli anni. La sua espressione raggiante le si congelò in viso, trasformandosi a tempo di record in un ghigno animale. "Togli subito le tue manacce sudice da me, Thompson" commentò gelida e stizzita facendo del suo meglio per allontanarsi.

CITAZIONE
"Winchester... Mi devi un mp3, sembravi meno impedita in classe... cos'è? Avevi intenzione di danneggiare qualcos'altro di mio?"

Oh! Gli era caduto il lettore a terra! Quale terribile perdita! Lei aveva appena perso il suo compagno ideale a causa sua se davvero lo sfrontato palo della luce voleva metterla in quei termini! Senza contare che sembrava incolparla pure di un piccolissimo incidente di cui lei ovviamente non sapeva nulla! Così come probabilmente lui era all'oscuro del suo momentaneo abbassamento di voce e dell'improvviso taglio di capelli, vero? Lo fulminò con lo sguardo sistemandosi i vestiti che nella caduta si erano sgualciti. "Gli indovinelli lasciali alla settimana enigmistica, Thompson! Non ho tempo da perdere col signorino prima ti salvo poi ti accuso" rispose rimettendosi a posto la tracolla che le era scivolata a terra.

CITAZIONE
"Dovresti guardare un pò a quello che fai."

"Ma sentilo!" commentò lanciandogli un'altra occhiata furiosa. "Potevi scansarti benissimo, ma non l'hai fatto quindi piantala di scaricarmi addosso colpe che non ho! Se son saltata all'indietro non l'ho certo fatto per finire in braccio a te!" Ci mancherebbe altro! pensò frugandosi nelle tasche alla ricerca del pacchetto di sigarette... ricordandosi poco dopo di averle finite e di averne pure scroccata una a King Kong! "Merda!" commentò a denti stretti riprendendo poi a camminare risoluta verso casa. Sperava soltanto che quel dannatissimo idiota si cavasse rapidamente dalle palle! Casa sua non era molto distante dalla scuola, ma non le andava lo stesso di dover passare altri preziosi minuti del suo tempo con quel maledetto spreco di pelle, spazio ed energie! Soprattutto senza paglie!
 
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view post Posted on 23/10/2011, 19:54
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Ma che cazzo! Come faceva ad essere così irritante doveva ancora capirlo! Quella maledetta mocciosa gli stava facendo girare abbastanza i coglioni.
"Senti... non mi importa gran che delle tue scenate da ragazzina mestruata ma ciò non toglie che non solo ti ho impedito di battere il tuo culetto sul marciapiedi mi si è anche rotto il lettore per il quale ho dovuto farmi un culo tanto, anche se dubito che tu con la tua mentalità da principessina di papà possa arrivarci, quindi mi devi un lettore nuovo, questione chiusa!"
Purtroppo sembravano dovere fare altra strada insieme, sfiga voleva che fosse proprio così. Sospirò sentendo il cellulare vibrare nella tasca, aveva idea di chi fosse e sinceramente di donne mestruate gliene bastava una alla volta!
Osservò la casa poco più avanti bella villetta, anche se era stupido pensarlo gli ricordava la casa dove lui e sua madre avevano abitato prima del crollo totale di Annette, anzi... se non ricordava male era proprio poco più in là.
Si... decisamente era più in là.
"Se tu abiti qua... più avanti c'è ancora la casetta dal colore improponibile tra il verde ed il blu? oppure Ci abita qualcuno?"
In fondo se avesse mai avuto i soldi gli sarebbe piaciuto tornare in quella casa, magari con sua madre.
Si frugò nelle tasche tirando fuori una sigaretta ed occhieggiando la ragazza, se non sbagliava le aveva finite, aprì il pacchetto porgendoglielo.
"Se ne vuoi una.."
Affermò con voce indifferente, non vedeva il perchè attaccarsi sempre, in fondo alla fin fine non era un vero e proprio attaccabrighe.
 
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»Donnie
view post Posted on 23/10/2011, 20:44




Emma191
Appiccare fuoco a qualcuno in mezzo alla strada è sbagliato, MaryLi! Le parole di suo padre le rimbalzavano ancora in mente nonostante gliele avesse dette una sola volta quando aveva all'incirca cinque anni e si era arrabbiata con un ragazzo più grande che aveva maltrattato suo fratello. Lei era l'unica a poterlo fare! Non gli andava che altri si prendessero, senza nemmeno chiedere il permesso, i suoi privilegi! Sospirò ricordando le bugie dette dai suoi genitori per spiegare come un ragazzino avesse potuto prendere improvvisamente fuoco. C'era voluto del bello e del buono inoltre non era convinta che stavolta si sarebbe potuta salvare con delle banali menzogne. Thompson già sospettava di lei per lo scherzetto delle chiavi, appicare le fiamme al suo giubbotto l'avrebbe soltanto convinto delle sue supposizioni e lei avrebbe rivissuto sulla propria pelle la caccia alle streghe! Certo, però, che quel coglione parlava veramente troppo per i suoi gusti! Stava ancora blaterando qualcosa su quel maledettissimo mp3! Dio! Che palle!

CITAZIONE
"Senti... non mi importa gran che delle tue scenate da ragazzina mestruata ma ciò non toglie che non solo ti ho impedito di battere il tuo culetto sul marciapiedi mi si è anche rotto il lettore per il quale ho dovuto farmi un culo tanto, anche se dubito che tu con la tua mentalità da principessina di papà possa arrivarci, quindi mi devi un lettore nuovo, questione chiusa!"

Si voltò furibonda indicandolo con un dito che poi gli puntò più volte contro il petto. "Senti un po' tu! Mi hai rotto i coglioni! Se volevi salvare il lettore lasciavi cadere me e salvavi lui! Io non ti ho chiesto niente, hai fatto tutto da solo ergo non ti devo un bel niente! Ah, giusto! Ergo significa quindi, ma dubito che con la tua mentalità da uomo delle caverne possa arrivarci" concluse parafrasando le sue precedenti parole. Quel dannato stronzo le stava mandando a mille l'esigenza di inalare al più presto della nicotina! Cazzo! Il tabacchi più vicino era ad almeno dieci minuti a piedi da lì ed era chiuso a quell'ora per giunta! Si avviò stizzita a passo di carica verso casa per niente contenta che, per tornarci, dovesse dare a Thompson una bella panoramica del suo culetto sodo e ancheggiante. Fortunatamente, la villetta costruita da suo padre si avvicinava ad ogni passo. Finalmente! pensò mentre si affiancava al lampione poco distante, lo stesso dove circa tre giorni prima suo fratello l'aveva aspettata per far entrare un vampiro in casa loro. Peccato che in quel momento Tarzan l'avesse scambiata per Jane e stesse richiamando la sua attenzione! Si voltò fissandolo scocciata, ma al contempo interrogativa anche se comunque pronta a sorbirsi un altro rimbrotto di mezz'ora sulle terribili lesioni riportate all'mp3 in seguito al suo salto atletico.

CITAZIONE
"Se tu abiti qua... più avanti c'è ancora la casetta dal colore improponibile tra il verde ed il blu? oppure Ci abita qualcuno?"

Lo guardò un momento capendo subito a cosa si stesse riferendo. Per quale motivo avrebbe dovuto rispondergli? Lui dopotutto aveva parecchie cose per cui pagare! Fece spallucce scuotendo la testa. "Non so... ne hanno buttata una giù il mese scorso, ma non ricordo se fosse quella o meno" mentì tornando a voltarsi pronta per proseguire lungo la sua strada. Almeno fino a che Thompson non le porse il pacchetto offrendole una paglia. Osservò le sigarette disposte in fila incerta se cedere alla tentazione o meno, alla fine sospirò accettandone una. Occhio per occhio... "Sì, c'è ancora. L'hanno affittata un paio di volte, ma nulla di concreto ancora. È in vendita per ora, ma se non avranno trovato acquirenti in capo a un anno verrà demolita." ammise tirando una bella boccata del suo personale ossigeno. Rircordava bene quella casetta. Poco distante c'era un parchetto con qualche scivolo e un'altalena perfetti per giocare e tutte le volte che ci passava davanti si chiedeva chi potesse abitarci. Ne era sempre stata piuttosto incuriosita. "Mio padre lavora per la società edile della città a cui il comune si è rivolto per apportare alcune migliorie al tetto e agli impianti idraulico ed elettrico. Perchè ti interessa?" domandò ancora appoggiandosi con la schiena al palo. Non poteva fumare in casa e meno si faceva vedere dai suoi genitori, meglio era per tutti quindi era preferibile finire la paglia fin quando era ancora all'esterno del perimetro famiglia.

Edited by »Donnie - 23/10/2011, 22:32
 
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view post Posted on 23/10/2011, 21:36
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Ignorò il suo scatto di rabbia, sospirando. Chissene fregava se non voleva ripagarlo, avrebbe trovato il modo per farselo ripagare da lei.
Quando invece parlarono della casa si lasciò scappare un sorriso divertito.
"Vedi, quando ero un pò più piccolino io non abitavo nelle case popolari."
Affermò indicando i palazzoni poco lontani da lì, erano palazzi grigi così come quelli che ci abitavano dentro... alle volte anche lui si sentiva grigio, per lo più molto grigio in effetti.
"Ci sono andato quando avevo nove anni, prima abitavo qua, insieme a mia madre. In quella casa. Se non mi ricordo male dovrebbe esserci in giardino quell'assurda fontanina zen che lei aveva messo quando ho compiuto sei anni, non stava gia bene ma poi è peggiorata. Mia zia l'ha messa in vendita e non mi ricordo chi l'ha comprata. Un anno?"
Inarcò un sopraciglio scuotendo la testa... fanculo! Nemmeno in trent'anni avrebbe avuto i soldi per comprarsela di nuovo, semmai aveva sperato di affittarla ma dubitava che il propietario l'avrebbe messo in affitto.
"Che merda... tuo padre potrebbe anche scoprire se la mettono anche in affitto?"
perchè alla fin fine lui ci sperava ancora che sua madre si riprendesse per riportarla lì. Scosse poi la testa lanciandole le sigarette in modo che le prendesse al volo.
"te le regalo, io ne compro un altro pacchetto, naturalmente è per l'informazione che mi hai appena dato."
commentò finendo la propria.
Insomma, non aveva di meglio da darle e poi lei aveva risposto alla sua domanda.
"buona giornata Winchester."
La salutò avviandosi verso il lavoro.
Aveva voglia di andare solo da sua madre anche se era un pessimo periodo, non faceva nemmeno finta di essere carina con lui imputandogli il fatto che quel bastardo di suo padre se ne fosse andato. Si sentiva gia abbastanza male per rovinarsi ancora la giornata con quella gallinella mestruata.
"Ah... la tua amica è impegnata?"
Domandò ghignando.
Sapeva che l'altra aveva una cotta per lui da un mucchio, non lo nascondeva affatto.
 
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»Donnie
view post Posted on 23/10/2011, 23:38




Emma191
Ok. Quella era una sorpresa! Nathan Thompson aveva anche sentimenti umani positivi e sapeva sorridere sinceramente! Forse le storie sui rapimenti degli alieni non erano poi così assurde!

CITAZIONE
"Vedi, quando ero un pò più piccolino io non abitavo nelle case popolari. Ci sono andato quando avevo nove anni, prima abitavo qua, insieme a mia madre. In quella casa. Se non mi ricordo male dovrebbe esserci in giardino quell'assurda fontanina zen che lei aveva messo quando ho compiuto sei anni, non stava gia bene ma poi è peggiorata. Mia zia l'ha messa in vendita e non mi ricordo chi l'ha comprata. Un anno?"

Si voltò a fissare il complesso residenziale che indicava con un dito trovandolo tremendamente triste. Non gli erano mai piaciuti quei palazzi, aveva sempre preferito l'elegante semplicità delle villette a schiera che suo padre costruiva con la sua squadra di muratori. "Vuoi dire che siamo stati vicini di casa?" Oddio! Non solo condividevano la stessa classe, ma avevano anche abitato vicini per un periodo! Certo che quella era sfiga!

CITAZIONE
"Che merda... tuo padre potrebbe anche scoprire se la mettono anche in affitto?"

A quella domanda sospirò esausta. "Thompson... quando le persone parlano è buona educazione ascoltarle" commentò facendo un altro tiro. Era veramente stanca di sprecar fiato per lui quindi che cominciasse a prestare attenzione a ciò che aveva da dire fin dal principio della "conversazione". "Sì, un anno. Ti ho detto che l'hanno affittata due volte in questo mese. Deduci Sherlock!" concluse caustica vedendosi poi lanciare il pacchetto mezzo vuoto di sigarette.

CITAZIONE
"te le regalo, io ne compro un altro pacchetto, naturalmente è per l'informazione che mi hai appena dato. buona giornata Winchester."

Oddio! Sapeva anche salutare come le persone civile! Quello sì che era un vero colpo di scena! Si era già accorta che non era coerente, ma non pensava fosse ridotto tanto male. Ora che ci pensava, però, da quando lei e io-Tarzan-tu-Jane chiacchieravano tranquillamente senza insultarsi? Mistero! Quel ragazzo era veramente assurdo. "Grazie, comunque" borbottò infilando le sigarette nella tasca della giacca. Non erano molte, ma in attesa dell'apertura del tabaccaio sarebbero ampiamente bastate! Ancora una volta fece per incamminarsi verso casa, quando il ragazzo la fermò di nuovo con una domanda ancora più assurda delle precedenti!

CITAZIONE
"Ah... la tua amica è impegnata?"

La sua amica? Diane? Quell'insulsa? Non che fosse poi un suo problema il pessimo gusto del gorilla col naso da patata vittima di un incidente d'auto! Lei sarebbe semplicemente esplosa dalla gioia sapendo che poteva interessargli... però ora che ci pensava Thompson non era il migliore amico di Michael? Sorrise candidamente, ma in realtà quello che avrebbe voluto esibire con orgoglio era un puro ghigno di soddisfazione. Sapeva come fargli pagare qualsiasi cosa non avesse ancora fatto. Punizione preventiva a titolo di indennizzo, insomma! Scosse la testa mantenendo lo stesso genuino, falso sorriso. "Sì, è impegnata a sbavarti dietro! Cosa per cui ci sono solo due spiegazioni: prima, o è completamente rincoglionita ed affascinata dai ragazzi privi di cervello fino e cura per sè stessi e per gli altri, oppure ha qualche gene di San Bernardo nel DNA" commentò buttando a terra il proprio mozzicone che spense poi con la punta della scarpa. "Comunque era ora che te ne accorgessi! Lei è libera come l'aria, si conserva per te a dire la verità! Quindi approfittane, no? Lei aspetta solo te" concluse scuotendo la testa divertita come se fosse stupita di dover spiegare qualcosa di tanto ovvio. Le veniva da ridere, in realtà. Grazie a quello suo scherzetto Nathan si sarebbe avvicinato a Diane, scatenando le ire di Michael, il migliore amico di Thompson stesso! Facile prevedere come sarebbe finita: rissa! Se ci fosse stato zio Invidia sarebbe stato fiero di lei e l'avrebbe portata fuori a fare shopping! Le ci voleva in effetti, ma quello non era il momento adatto per pensare a trucco e parrucco. "Posso andare adesso o hai altre strane domande da pormi?" chiese accennando un passo in direzione di casa sua. Non vedeva l'ora di sdraiarsi sul suo letto e fare il bilancio della sua giornata o magari leggere un libro. Beh, avrebbe deciso dopo, sempre se Thompson si fosse ritenuto soddisfatto e l'avesse lasciata andare... cosa che si stava rivelando alquanto complicata da attuare! E dire che appena cinque metri la separavano dal cancello di casa sua!

Edited by »Donnie - 4/1/2012, 13:32
 
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view post Posted on 16/12/2011, 22:32
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Un anno, non era molto tempo, cazzo! Quella casa rappresentava tanto per lui, in fondo ci era cresciuto ed Annette era stata bene quando erano lì... poi sua mamma aveva fatto quello che aveva fatto ed era stata ricoverata e lui si era ritrovato a casa di quella zoccola di sua zia e la sua vita era precipitata.
Voleva quella casa! Doveva averla!
Porca puttana, non aveva mai voluto nulla in quella maniera ma era sicuro che prima o poi ci sarebbe riuscito, sempre che la sanguisuga non gli avesse portato a zero il suo conto corrente.
Quando ebbe saputo quello che voleva sull'amica della piccola Winchester si allontanò senza nemmeno rispondere alla sua domanda, salutandola ancora.
Non fece la solita strada, girò quasi subito, scavalcando il cancello della casetta, il suo piccolo fortino dei ricordi si può dire. Stava cercando qualcosa di particolare.
Rientò dentro, in fondo non aveva nessuna difficoltà ad entrare in quel posto, bastava che lo desiderasse, gli ultimi inquilini non dovevano essere molto organizzati, visto come era ridotta casa sua.
Inarcò un sopraciglio individuando quello che doveva per forza essere un preservativo usato, che idioti!
Lo calciò via, raccogliendo la parte inferiore della prima tavoletta di legno del pavimento, alzandola.. era ancora lì! Sorrise vittorioso prima di percepire il rumore delle voci che arrivavano dall'esterno, merda! Scomparve immediatamente, ricomparendo sulla strada, avviandosi verso la casa di cura di sua madre.
Quando arrivò l'infermiera gli sorrise, ormai lo conosceva e sapeva come prenderlo, lo avvisò di come sua madre fosse agitata quel giorno.
"Non c'è di che preuccuparsi, ho quello che le serve."
Constatò avvicinandosi alla donna. Annette aveva lunghi capelli biondi, l'unica cosa in comune con il figlio erano gli occhi grigi, il sorriso obliquo.
Da giovane era stata veramente bellissima, ora sembrava la brutta copia di quella che era, magra, eterea. la pelle candida, gli occhi incavati come se avesse pianto troppo, sua madre era lo spettro della donna che ricordava.
"Nathan? Sei tu?"
La voce era dolce, un soffio d'aria in una mattina afosa.
"Si mamma, sono io."
Confermò avvicinandosi a lei.
"non posso stare molto, ma ti ho portato una cosa."
Le annunciò prendendole una mano e posandole un piccolo orsachiotto di peluche, impolverato, sporco, gli mancava perfino un occhio.
Il sorriso della donna però fu la cosa più bella che avesse visto quel giorno.
"Raph!"
Cinguettò stringendoselo. Sorrise a sua volta, passando una mano fra i suoi capelli.
"te lo avevo detto che lo avrei salvato!"
Scherzò baciandole la fronte.
Restò un altra decina di minuti poi si vide costretto ad andarsene, il lavoro non aspettava di certo lui, un ritardo in più significava essere licenziato e lui non poteva proprio permetterselo.
 
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»Donnie
view post Posted on 29/1/2012, 23:51




Thompson era strano oltre che insopportabile. Prima gli chiedeva se Diane era disponibile e poi non faceva nulla per accapparrarsi il suo numero... bah! Sperava soltanto che glielo domandasse direttamente evitando così di mandare all'aria i suoi neo nati piani di vendetta... verso cosa poi doveva ancora capirlo visto che l'ultima schermaglia avuta con lui si era risolta a suo favore. Sospirò andandosene poi a casa, in quei giorni sua nonna si divertiva a comparire spesso e sua madre ne risentiva incredibilmente... non le avrebbe affatto perdonato un ritardo quindi era meglio che si sbrigasse ad entrare. "Sono a casa" trillò vedendo suo padre comparire sorridendo dalla cucina. "Ciao, tesoro! Tutto bene a scuola?" "Diciamo di sì" rispose annuendo. "Qui?" il sospiro di suo padre fu abbastanza eloquente perchè decidesse di rimandare il discorso ad un altro momento. Si lavò le mani e poi andò a pranzo, dove trovò la nonna già seduta ad attenderla... come al solito era l'unica con cui scambiasse due parole normali... a volte si chiedeva se avere una nipote preferita non fosse che una farsa per innervorsire Dean e far star male Alien...

Per fortuna Lilith aveva deciso di levare le tende subito dopo pranzo, suo padre era riuscito a convincerla a tornarsene negli Inferi ma quella aveva promesso che sarebbe tornata presto e, per quanto ognuno di loro si augurasse che se ne dimenticasse, sapevano che avrebbe mantenuto la parola data. Dopotutto lo faceva sempre. Si era appena rilassata sul divano quando il cellulare cominciò a squillare. Numero sconosciuto. "Pronto?" rispose annoiata, convinta che fosse Diane... magari col telefono di casa o di una cabina telefonica... forse Thompson era riuscito ad avere il suo numero e adesso le avrebbe scassato le palle con i dettagli della conversazione con l'uomo di Neanderthal. "Ciao bella maialina, lo succhi?" "Come, scusi?" il tono ora sembrava quello di un pulcino spaventato. Che cazzo di telefonata era? L'uomo all'altro capo del cellulare rise... una risata bassa, roca... le faceva gelare il sangue nelle vene. "Ti ho chiesto se fai anche i preliminari oppure se ti piace andare subito al sodo" la sua voce suonava ovvia, era come se desse per assodato che lei sapesse ciò di cui stava parlando. "Guardi credo che abbia sbagliato numero, la saluto!" aveva buttato giù sconvolta, poi era scoppiata a ridere. In fin dei conti era raro ricevere chiamate del genere... peccato che l'episodio si ripetè qualcosa come quindici volte nell'arco di una mezz'ora ed erano quasi sempre uomini diversi! "Papà!" miagolò spaventata e continuò a farlo finchè Samael non comparve. "Tesoro che succede?" nuova chiamata. "Papà rispondi tu... continuano a telefonare dei pervertiti, ma non ho idea di come abbiano avuto il mio numero" il viso era cinereo, il corpo e la voce le tremavano... stava letteralmente morendo di paura e di rabbia. Tutte quelle telefonate... erano troppe per essere solo un equivoco... qui doveva esserci dietro qualcosa! Samael prese il cellulare circospetto, accettando la chiamata senza dire nulla. "Finalmente, cucciola! Ce ne hai messo di tempo a rispondere! Senti vieni a casa mia ho voglia di scoparti sul pavimento e poi sul tavolo! Vieni tesoro, ti sfonderò come mai prima d'ora" se la situazione non l'avesse resa veramente inquieta sarebbe scoppiata a ridere vedendo suo padre, il principe dei demoni, cambiare lentamente colore ed espressione: circospezione, fastidio, rabbia, furore. Eppure, nonostante fosse ovvio che avrebbe voluto stringere il collo di quel tipo fino a che non gli fosse sprizzato fuori il bianco degli occhi come in uno di quei giocattoli per bambini, si stava sforzando per mantenersi razionale e calmo così da arrivare in fondo alla faccenda "Mi scusi, lei come fa ad avere questo numero?" domandò pacato... calma apparente che sfumò in un secondo. "Tu, razza di pervertito schifoso! È così che lavori, eh? Ti spacci per ragazza sui siti porno solo per rimediare checche passive!? Con me non attacca, frocio di merda! Vaffanculo!" il viso di Sam diventò improvvisamente bordeaux, mentre il suo tono di voce salì talmente di intensità che Lili temette potesse rompere il lampadario come accadeva in quei film sui tenori della lirica. "Hey pezzo di merda! Questo è il telefono di mia figlia! Come cazzo hai fatto ad avere questo numero? Ti giuro che vengo lì e ti trito le palle, figlio di... HA RIATTACCATO! LILI! HA RIATTACCATO!" La ragazza sospirò affranta. "Richiameranno, papà... purtroppo lo faranno... solo vedi di essere più calmo, perchè io non so cosa sta succedendo..." il demone era già pronto a dar di matto di nuovo, ma vedendo la sua bambina accasciarsi pallida e con gli occhi gonfi di lacrime sul divano si calmò all'istante. Si sedette accanto a lei che subito si accucciò sul suo petto come era solita fare quand'era più piccola. Gli mancavano quei tempi... l'affetto dei suoi figli nei suoi confronti non era cambiato, ma ora erano leggermenti più distanti... meno inclini a farsi coccolare e rassicurare come quando erano solo dei mocciosetti con il moccolo al naso che piangevano terrorizzati da un incubo. Le accarezzò lento le spalle, cercando di tranquillizzarla con le parole. C'era quasi riuscito quando il nuovo squillo del cellulare la fece irrigidire. Il nuovo interlocutore però sembrava più propenso a parlare così rivelò loro di aver trovato il numero su uno di quei siti per svuotacazzi frustrati. Dette loro l'indirizzo e li guidò fino all'annuncio che gelò il sangue nelle vene di MaryLi.

CITAZIONE
-A.A.A Cercasi stallone per puledrina da domare. Sono una ragazza aperta ad ogni tipo di esperienza, mi abbasso a tutto. Cerco uomini maturi per una cavalcata soddisfacente... chiamatemi ad ogni ora del giorno e della notte 333-XoXo-

"Lili... quello è il tuo numero..." suo padre la guardava perplesso e leggermente preoccupato, come se da un momento all'altro si aspettasse la sua ammissione, ma la paura ormai aveva lasciato il posto ad una rabbia cieca nel corpo della ragazza. "Grazie, Capitan Ovvio! Lo so da sola che quello è il mio cellulare!" ok, il tono da saccente impanicato non era quello più adatto, ma le bastò un'occhiata per capire la sua cazzata. "Scusa papà... è solo che non so che ci faccia lì... un momento! Thompson!" no, non si era fatta capire e lo sguardo confuso del genitore glielo diceva chiaramente. "È un mio compagno di classe. Un bastardo con cui non vado affatto d'accordo! Oggi l'ho spedito in infermeria, ma lui ha fatto lo stesso con me... niente di preoccupante, non fare quella faccia! Non so cosa sia, ma ha dei poteri anche lui. Mi ha privato dell'aria e la prof ha pensato bene di mandarmi assieme a lui a stendermi un po' visto che, per vendetta, l'ho mandato a sbattere contro un numero imprecisato di cose. Comunque, una volta lì mi sono addormentata... deve aver preso il mio numero mentre dormivo e averlo messo qui... quando mi sono risvegliata ho notato la spia del computer spegnersi... non ci ho dato peso lì per lì, ma ne acquisisce ora! Io quello lo uccido!" Il furore stava crescendo in lei, ma con pazienza il padre riuscì a calmarla ricordandole poi che non le era permesso dar sfoggio alle sue capacità davanti ai mortali. Si era lasciata rimproverare in silenzio, poi con un sospiro Samael l'aveva mandata a vestirsi: non poteva certo tenere quel numero date le circostanze, quindi per prima cosa avrebbero bloccato la scheda e cambiato anche operatore telefonico, poi avrebbero ragionato con calma sulla vendetta da servire a quell'insolente che si permetteva di venderla su certi siti! Gli saltò al collo grata, riempiendolo di baci e ringraziamenti manco le avesse improvvisamente regalato l'auto!

Due ore dopo stringeva contenta il suo cellulare fra le mani, era riuscita anche ad avvisare tutti i suoi contatti del cambio di numero e suo padre la stava riportando a casa per studiare insieme una strategia per farla pagare a quel moccioso pezzo di merda. Samael aveva anche avvisato Invidia il quale aveva dato la sua disponibilità -inframezzata da espressioni piuttosto violente e colorite nei confronti di quell'infame che aveva osato trattare la sua dolce nipotina così- a partecipare nel grande piano di annientamento dello stronzo. Al ritorno dal negozio però avevano preso una strada diversa, sapeva di non avere colpe ma Sam voleva lo stesso scusarsi con Dean per l'arrivo improvviso della madre così aveva pensato bene di fermarsi nella sua pasticceria preferita per comprargli la torta di mele che tanto amava e un numero imprecisato di pasticcini che giacevano, dentro un'elegante confezione, sul sedile posteriore dell'auto. Quel nuovo giro però li portò proprio davanti all'ospedale psichiatrico della città e, passandoci davanti, Lili vide qualcosa che mandò di nuovo alle stelle il fuoco che le si era acquietato in petto. "Papà! Ferma la macchina! Torno a casa da sola, c'è una cosa che devo fare!" era stata fin troppo evasiva, ma dopo diverse proteste il padre acconsentì alla sua richiesta facendola così scendere, ripartendo subito dopo. Una volta che l'auto si fu allontana abbastanza, MaryLi marciò a passo di carica verso colui che aveva attirato la sua attenzione. "Grandissimo pezzo di merda! Come cazzo ti sei permesso, si può sapere? Io ti distruggo, figlio di puttana!" senza pensarci due volte, aveva mosso la mano mandandolo quindi a sbattere contro un albero lì vicino! "Sai, sei nel posto giusto! Uno psicopatico come te dovrebbe avere una suite qui!" disse indicando la casa di cura da cui il giovane era appena uscito. "Ti sei già accordato per il letto con vista sul parco, razza di squilibrato mentale?" domandò fulminandolo con lo sguardo. Quel pezzo di merda! Questa gliel'avrebbe pagata con gli interessi, poteva starne certo!

Edited by »Donnie - 30/1/2012, 00:47
 
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sua madre erqa peggiorata all'improvviso. Stavano parlando normalmente e poi eccola che impazziva di nuovo, iniziava a chiamarlo in una marea di modi, a guardarlo con quello sguardo pieno di odio che gli bloccava la salivazione. Era in quei momenti in cui gli veniva voglia di piangere, fuggire lontano da lì, scappare via... oppure non essere mai nato. Sua madre era tutto per lui ma a lei alle volte non importava nulla di come lo facesse sentire. Annette Thompson stava male, terribilmente male!
Si morse un labbro mentre la portava verso la propria stanza, peccato che poco dopo dovette fermarsi e tornare indietro, non ne voleva proprio sapere di starsene a letto, tanto valeva non insistere. La salutò dopo poco, baciandole una guancia mentre la vedeva pulirsi immediatamente dopo.. Dio... socchiuse gli occhi sorridendole, vedendola tornare immediatamente quella di sempre un secondo dopo, vedendosi ritirare giu e baciare la guancia a sua volta. La sua mamma... non andava bene per nulla! La salutò ancora andando verso la strada, non si sarebbe mai aspettato quello che stava per succedere!
Si ritrovò sbattuto contro un albero e sorride sentendo quella voce, peccato che il secondo insulto gli mandò il sangue al cervello!
Figlio.. di... puttana!
Prese fiato, allungando una mano verso di lei, l'aria rispose al suo richiamo scappando dai suoi polmoni mentre gli saltava addosso, non aveva nemmeno recepito le successive parole, non gli interessavano, doveva pagare per quello che aveva osato dire su sua madre! La colpì al volto, rialzando successivamente il braccio per colpirla ancora.
"Non osare insultare mia madre, puttana! Non vali un cazzo Winchester, sei buona solo per dare aria la bocca e svuotare il cazzo, tu sei una puttana, non mia madre!"
Annette era la cosa che più gli importava nella sua vita di merda, era la sua piccola oasi di pace e di tormento, l'inferno in terra... sua madre era importante per lui, non doveva insultarla, non doveva proprio permettersi!
la soddisfazione di colpire quella piccola stronza era tanta, non gli importava nulla se era una donna, non gliene fregava più un cazzo, aveva osato usare sua madre in un insulto!
"Nathan!"
Si fermò immediatamente, staccandosi dalla piccola stronza di colpo, la gente si stava radunando, alcuni sussurravano, lui aveva il respiro pesante.
"Nathan... cosa stai facendo?"
Annette era ferma vicino al cancello, un infermiere la teneva per un braccio. Nate emise un gemito strozzato, staccandosi dalla mocciosa di colpo.
"mamma... torna dentro, non è successo nulla, stai tranquilla... Vieni, ti riporto in stanza."
Vide la donna allontanarsi da lui, gli occhi dello stesso colore del figlio pieni di paura mentre l'infermiere mormorava un ci penso io, riportandola dentro. La osservò scuotendo la testa, la folla si stava diradando, un passante si avvicinò alla Winchester chinandosi verso di lei e chiedendole se volesse denunciare l'accaduto.
Ingoiò a vuoto mordendosi a sangue le labbra, voltandosi verso quella piccola stronza di merda, lanciandole un occhiata di puro odio.
"Non... riavvicinarti mai più a me, Winchester! Non farlo, altrimenti giuro su Dio che ti uccido come una cagna!"
Si allontanò in fretta, dirigendosi a casa, non sarebbe andato al lavoro quel giorno, non era proprio il caso, non sarebbe nemmeno andato a scuola, non gliene fregava più un cazzo di tutte quelle stronzate.
Si rinchiuse in casa, filando di corsa in camera sotto lo sguardo esterefatto di sua zia, per una volta anche quella là ebbe la pietà di starsene zitta e non aprire quel cesso di bocca!
Se sua madre non si fosse avvicinata al cancello avrebbe davvero ucciso quella stronza. poteva accettare tutto, poteva accettare il pezzo di merda, il bastardo, il coglione, lo psicopatico, poteva sopportare qualsiasi insulto rivolto personalmente a lui ma non quello... Sua madre era la persona migliore che avesse, non una battona da strada e nessuno poteva permettersi di pronunciarlo nemmeno se infuriato contro di lui.

Strano... quel giorno Nathan non c'era. A dire la verità non si sarebbe stupito se non avesse avuto la parola del ragazzo. il giorno prima sembrava che andasse tutto bene ed ecco che poi spariva, non mancava mai ad una promessa, lo aveva visto arrivare anche con 39 di febbre per non deluderlo. Faceva tanto il bastardo ma non riusciva nemmeno a fingerlo bene, era un ragazzo d'oro... più o meno!
Tra l'altro in una situazione piuttosto difficile, era un bravissimo ragazzo... molti sarebbero stati ricoverati a loro volta, non Nathan!
Per questo qualcosa non andava e decise di chiedere alla persona con cui l'aveva visto litgare, il carattere di Nate era difficile ed erano pochissime le persone con cui andasse d'accordo.
"Winchester... sai nulla di Thompson? Scusa se te lo chiedo ma... sembrava volere tornare a scuola oggi e pensavo tu sapessi qualcosa..."
Stava mettendo a posto le carte, alcuni compiti che avrebbe corretto nell'intervallo, senza nemmeno alzare gli occhi verso la ragazza, almeno per il momento.
 
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»Donnie
view post Posted on 30/1/2012, 01:47




Un canale per la rabbia. Una furia fattasi carne. Era bastato vederlo perchè tutta la paura provata poche ore prima e il risentimento nei suoi confronti scoppiassero, dominandola completamente. Si era avventata su di lui senza pensarci, scagliandogli contro parole crudeli che nemmeno soppesava, nemmeno aveva realmente concetto di ciò che stava dicendo. Voleva solo ferirlo, fargli male visto che non sapeva di non poter causare in lui lo stesso terrore di cui lei era stata vittima. Gli uomini sono quelli in grado di spaventare, di offendere, di attaccare... le donne possono solo subire e coprirsi il volto con le mani, richiamando a sè quanta più forza possibile buona però solo ad andare avanti, a sopportare ancora. Lei in quel momento però non si sentiva femmina, non si credeva neppure umana. Era la figlia di Samael, la nipote di Lilith. Un mezzo demone capace di uccidere. Schiantò quello stronzo contro un albero pronta e decisa a ridurlo in briciole che il vento avrebbe spazzato via. La sua razionalità e le sue conoscenze in quel momento erano semplicemente annullate dall'ira, altrimenti si sarebbe comportata diversamente... sarebbe stata più posata e accorta nelle sue azioni e parole, ma i recenti avvenimenti, a cui si aggiungeva anche l'ansia familiare per l'arrivo di sua nonna, non le permettevano un simile lusso. Voleva urlare, gridare, spaccargli la testa, ma in quella che le parve una frazione di un millesimo di secondo si ritrovò ad annaspare in cerca d'aria, lo stronzo addosso come nel suo sogno. Solo che non voleva scoparsela, voleva ucciderla... come avevano potuto invertirsi a quel modo le situazioni? Era lei quella che meritava vendetta! Non lui!

CITAZIONE
"Non osare insultare mia madre, puttana! Non vali un cazzo Winchester, sei buona solo per dare aria la bocca e svuotare il cazzo, tu sei una puttana, non mia madre!"

Il primo pugno la stordì manco le fosse caduto in testa un frigorifero. Gli occhi erano spalancati per la paura, la mente in fermento le mandava solo un messaggio: questo ti accoppa! Chiuse le palpebre, pronta per il secondo colpo in arrivo. Il corpo, privato dell'ossigeno, si stava facendo sempre più debole... sarebbe probabilmente svenuta di lì a poco. D'improvviso però l'aria tornò a bruciarle il petto e la gola, facendola tossire mentre uno sconosciuto le andava vicino aiutandola a rialzarsi. Si era svolto tutto troppo velocemente, non le erano ancora chiare un sacco di cose, ma per fortuna le capacità rigenerative dei mezzodemoni erano migliori di quelle dei normali umani quindi una volta a casa avrebbe dovuto soltanto spiegare i vestiti sporchi di terra. L'uomo che l'aveva soccorsa le stava pulendo il viso incrostato di sangue, non le aveva rotto nulla di importante, soltanto il labbro era spaccato. Annuì assente mentre lo sguardo restava fisso in quello di Thompson. Era fuori di sè, sembrava volerla incenerire sul posto. La rabbia che l'aveva animata era di nuovo sparita, stava provando di nuovo paura mista ad un forte senso di colpa. Non l'aveva mai visto così furente... era come se gli avessero ucciso un familiare... il suo tono di voce era secco nonostante fosse pregno d'odio e ira.

CITAZIONE
"Non... riavvicinarti mai più a me, Winchester! Non farlo, altrimenti giuro su Dio che ti uccido come una cagna!"

Sussultò a quelle parole. Non credeva potessero fargli tutto quell'effetto. Non era interessata a lui, non provava nulla nei suoi confronti eppure sentire di essere detestata da lui a quella maniera faceva un male cane, soprattutto perchè lei stessa ammetteva le proprie colpe. Lo osservò andarsene, scuotendo poi il capo al passante che le stava suggerendo di denunciarlo. "No, non si preoccupi... va bene così. La ringrazio" disse allontanandosi verso casa prima che quello potesse chiamare un'ambulanza o fare altro per lei.

Thompson non era venuto a scuola. Non che si aspettasse qualcosa di diverso dal momento che le aveva detto chiaramente di non volerla rivedere mai più, però così non le andava bene lo stesso! Doveva chiarire la situazione a tutti i costi... anche se ciò avesse voluto dire scusarsi! Non che la cosa le piacesse, ma alla fine ci aveva riflettuto molto su e aveva più o meno capito i suoi errori. Forse Nathan aveva un attaccamento filiale pari al suo, così l'aveva presa fin troppo sul personale ed aveva attaccato. Aveva anche deciso che non si sarebbe vendicata per lo scherzetto del sito porno, date le circostanze andava bene anche così sebbene suo padre avesse protestato animatamente all'inizio, salvo poi adeguarsi alla sua presa di posizione. Non aveva raccontato a nessuno in famiglia ciò che era successo. Aveva spiegato la fuga con una scusa banale: ho visto un'amica, siamo tornate a casa insieme e ci siamo imbattute in un parco giochi... ci siamo attardate un po' lì e io sono caduta, sporcandomi... scusate. Non era sicura se la fossero bevuta, ma fortunatamente non avevano fatto altre domande lasciandola quindi libera di andarsene. Non aveva detto niente neppure al fratello o a Diane e i rimorsi continuavano a corroderla da dentro. Si era seduta da sola sia a lezione che a pranzo. Non voleva la compagnia di nessuno quel giorno, aveva bisogno di riflettere da sola. Voleva parlare con Nathan e scusarsi, ma non aveva idea di dove trovarlo e, visto che anche Michael quel giorno era assente, non sapeva proprio a chi chiedere. Venne però mandata a chiamare dal professor Collins nel suo ufficio, voleva parlarle. Seguì la bidella accompagnata dai sussurri incuriositi dei suoi compagni di scuola. Idioti!

CITAZIONE
"Winchester... sai nulla di Thompson? Scusa se te lo chiedo ma... sembrava volere tornare a scuola oggi e pensavo tu sapessi qualcosa..."

Collins, il suo professore preferito, l'aveva mandata a chiamare ma ora non sembrava neppure intenzionato a guardarla negli occhi, era troppo impegnato a correggere dei compiti. Eppure lei sapeva che la stava ascoltando, ascoltava chiunque ne avesse bisogno. Inoltre, l'aveva sempre visto molto in confidenza anche col suo rivale numero uno... magari lui sapeva cose che lei ignorava e avrebbe quindi potuto aiutarla. Annuì, abbassando poi il capo colpevole. "Penso di sì, professore. Credo sia a causa mia" gli rivelò tutto prima che quello potesse rassicurarla, dicendole che non era certo a causa di un bisticcio con una compagna di classe che Nathan avrebbe deciso di saltare la scuola. L'uomo stette in silenzio tutto il tempo e, anche se lei non lo guardava, sapeva che aveva smesso di correggere i compiti visto che avvertiva il suo sguardo incusatore su di sè. Quando terminò il suo discorso mantenne lo sguardo basso. Si sentiva troppo sporca per affrontare gli occhi accusatori di Collins. Il professore prese un respiro prima di parlare. "Hai fatto una cosa molto brutta, MaryLi. Hai offeso quel ragazzo come mai nessuno si è permesso di fare. Hai toccato il suo punto debole, era logico che reagisse così. Ora capisco perchè non sia venuto a scuola... non vuole sporcarsi ancora le mani con te" Quelle parole le avevano fatto rialzare la testa di scatto, ma non appena seppe ogni cosa la riabbassò ancora. Ecco perchè aveva reagito in modo così violento. "Mi spiace... io non lo sapevo" mormorò torcendosi le mani in grembo. "Naturale, non sono in molti ad esserne informati. Non è con me comunque che ti devi scusare, Winchester, ma con Nathan" la ragazza annuì sospirando appena. "Vorrei farlo, professore... ma non ho idea di dove trovarlo oppure andarlo a cercare" ammise. Senza alcun preavviso l'uomo si frugò in una tasca porgendole poi il biglietto da visita di un bar. "Lavora qui ogni sera. Ti consiglio di andarci con un'amica. Non ho idea di come potrebbe reagire vedendoti lì da sola" gli promise che si sarebbe fatta accompagnare e se ne andò dopo aver ringraziato.

Si sentiva terribilmente a disagio in quel posto, non tanto per il bar in sè bensì per ciò che doveva fare. Scusarsi non era nelle sue corde, ma quella volta era necessario. Non gli andava giù essere tanto odiata da lui... non gli piaceva per niente avere un nemico, soprattutto se questo poteva farle veramente male. Entrò nel locale guardandosi intorno a disagio, cercando Thompson con lo sguardo. Nonostante la promessa a Collins ci era andata da sola, era una cosa fra lei e lui non doveva esserci nessun altro. Si sedette al bancone con fare aggraziato accavallando le gambe. Nel farlo la gonna salì ancora, mostrando appena le sue cosce candide e perfette. Si tolse il giubbotto di pelle appoggiandolo allo schienale della sedia, sistemandosi poi i capelli in modo che le ricadessero sulla sedia. Indossava una camicetta azzurra a sbuffo, chiusa sul davanti da dei cordini con cui si mise subito a giocare, nervosa. "Hey, cameriere! Vorrei ordinare!" disse non appena individuò Thompson. Quello era l'unico modo che le avrebbe permesso di parlare con lui, convincerlo ad avvicinarsi per prendere un'ordinazione e poi bloccarlo lì, costringendolo ad ascoltare e accettare le sue scuse. Si sentiva davvero una merda, ma soprattutto voleva rimediare al casino che aveva fatto... l'aveva visto decisamente sconvolto quel giorno e non le piaceva essere lei stessa la causa di un tale turbamento in altre persone, non se questo non era positivo! E quello non lo era per niente.
 
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view post Posted on 30/1/2012, 23:03
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Come aveva iniziato a sospettare sua madre si era spaventata per lo spettacolo che le aveva mostrato il giorno prima... quando era andato a trovarla si era fatta piccolina e tremante, gli si era stretto il cuore mentre riusciva finalmente a parlare, tranquillizzandola appena, riuscendo addirittura a parlarle.
Non era una cosa che gli piaceva fare, picchiare le ragazze non era il suo sport preferito, odiava mettere le mani addosso alle donne ma la Winchester gli aveva fatto partire il cervello. In quel momento non centrava nulla quello che voleva, lui doveva pestarla a sangue! Era una questione personale, aveva osato sfiorare l'unico argomento che doveva solo evitare: sua madre e la sua famiglia.
Con l'umore anche più pessimo era andato al lavoro, un pò gli dispiaceva per Collins, quell'uomo era sempre stato presente nella sua vita, poteva quasi ritenerlo una sottospecie di padre volendolo, non vederlo a scuola probabilmente lo aveva impensierito ma non moriva certamente di rivedere quella stronzetta! Preferiva essere bocciato ancora piuttosto che tornare in quella classe ed averla sotto gli occhi!
La voleva ammazzare di botte!
MaryLi Winchester non era altro che la solita arpia pronta a giudicare le persone senza nemmeno sapere mettere freno alla sua linguaccia di merda! Purtroppo questa volta si stava mettendo contro qualcuno che avrebbe potuto farle veramente del male, non che ci sguazzasse in quella situazione ma non amava certamente che qualcuno usasse quell'argomento contro di lui.
Quella sera purtroppo non aveva potuto restarsene a casa, aveva saltato gia il giorno primo e lui aveva maledettamente bisogno di soldi, altrimenti non si sarebbe ammazzato tutti i giorni in posti di merda, effettivamente di giorno si svegliava 4 giorni a settimana alle quattro per scaricare casse al mercato della verdura, tornava a casa, doccia veloce, scuola, usciva, passava da sua madre fino alle tre per iniziare al negozio e poi subito dopo al bar, finiva a mezzanotte, tornava a casa e si metteva a dormire, vita sociale pari a zero ma non gli importava molto!
Era entrato nello spogliatoio, togliendosi la giacca ed infilandosi la divisa, un colore decente almeno, pantaloni neri e maglia rossa con tanto di targhetta, peccato per quello stupidissimo capellino.
Sospirò iniziando il turno, spolverando i tavoli, era una serata come le altre, almeno c'era Becky! Becky era l'unica ragazza che si poteva ritenere davvero sua amica. Simpatica, allegra, vivace, dolce e rispettosa, la morettina era una confindente preziosa anche se non le aveva mai riferito molto di se stesso. Quel giorno stava canticchiando mettendo a posto la cucina, sparando un mucchio di battute stupide e di pessimo gusto... Ah, si... era lesbica convinta, la sua donna era una ragazzina minuta a bionda con un carattere gelido, lei la chiamava la sua piccola conquista, da quanto sapeva si amavano tantissimo ed era felice per lei.
Si era appena bevuto un bicchiere d'acqua nel restro, ascoltando la sua storia strampalata sul braccialetto che portava al polso prima di uscire. Il sorriso gli morì dalle labbra quando si accorse chi fosse lì.
Lei!
La persona che odiava più di ogni cosa al mondo dopo il giorno prima. La fissò per un lunghissimo momento sentendo il sangue bollirli nelle vene.
"Cosa le posso portare?"
La voce non aveva alcun tono, lo sguardo che le lanciava era pieno di rabbia.
"è stato Collins, vero? Bene, la tua bella scenetta l'hai fatta, vattene!"
Non ce l'aveva fatta, proprio per nulla! Non poteva sopportarne la vista quel giorno, gli veniva stranamente difficile visto che prima di allora non aveva mai provato tanto interesse nei suoi confronti ma si sà... la rabbia è un sentimento distruttivo, soprattutto quando era così forte e bollente.
 
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»Donnie
view post Posted on 31/1/2012, 13:29




Si sentiva terribilmente in imbarazzo in quel bar... più che altro era il motivo che l'aveva spinta fino lì che non la faceva stare tranquilla. Dopotutto che cosa gliene poteva importare se Thompson la detestava? Probabilmente nulla, ma questo non cambiava il fatto che lei ci stesse male e volesse rimediare. Non avrebbe mai dovuto essere così cattiva, ma la paura provata il precedente pomeriggio l'aveva dominata a tal punto che aveva semplicemente dato fiato alla bocca senza pensare. Si sistemò al bancone del bar ignorando i tavolini vuoti attorno a lei. Non c'era ancora nessuno a quell'ora, dopottutto c'era andata all'apertura quindi non ci si poteva già aspettare la coda per entrare, persino l'organico non era ancora al completo. C'erano solo una ragazza e quello stronzo col naso a patata con cui doveva necessariamente scusarsi. Lo chiamò sorridendo, ma l'occhiata che ricevette in cambio sembrava veramente in grado di polverizzarla lì sul posto nonostante il tono apatico che le riservò... almeno all'inizio.

CITAZIONE
"è stato Collins, vero? Bene, la tua bella scenetta l'hai fatta, vattene!"

Gli sorrise sarcastica, sistemandosi poi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. "Non ci penso nemmeno ad andarmene! Sono entrata qui dentro e ciò fa di me una cliente e, per quanto le mie esperienze lavorative siano pari a zero, a quanto ne so dovresti mostrare più rispetto nei miei confronti adesso" Sapeva da sola che quello non era il modo migliore per iniziare a parlare con lui, ma non era davvero riuscita a trattenersi. Abbassò lo sguardo subito dopo però, sospirando. "Comunque sì... Collins mi ha detto tutto... ecco perchè sono qui" spiegò rialzando gli occhi nei suoi, pieni di rabbia. Non poteva certo biasimarlo per quello, ciò che non capiva era da cosa derivasse la sua tristezza... un conto era essere dispiaciuta e provare senso di colpa per il suo comportamento, un altro era sentirsi affranta per tutto quell'odio nei suoi confronti. "Senti, io... vorrei parlarti... non è che puoi sederti un secondo ed ascoltarmi, per favore?" chiese sebbene non fosse proprio sicura che Thompson l'avrebbe fatto. Non gli si poteva certo dar torto, ma lei voleva assolutamente scusarsi e non se ne sarebbe andata fino a che non ne avesse avuta l'occasione. "Io non ordinerò nè me ne andrò finchè tu non mi avrai dedicato due minuti del tuo tempo... te lo sto chiedendo gentilmente! Per favore, ho davvero bisogno di parlarti" per i suoi gusti il suo stesso tono era fin troppo implorante, quasi disperato. Che cazzo le prendeva? Sarebbe stata meglio senza Nathan! Cosa poteva interessarle se fosse stato bocciato a causa della sua assenza da scuola? Meglio, no? Almeno non avrebbe più avuto problemi! Sarebbero stati meglio entrambi... eppure non le sembrava giusto. Thompson doveva avere la possibilità di finire la scuola e diplomarsi e lei quella di dirgli chiaro e tondo che gli dispiaceva essersi comportata come la peggiore stronza sulla faccia della terra e che non gli piaceva che lui serbasse tanto odio nei suoi riguardi. Sospirò tenendolo sempre sotto il tiro dei suoi occhi grandi e penetranti. "Per favore..." scandì sperando che alla fine cedesse e le desse ascolto, sebbene fosse consapevole di non meritarselo affatto.
 
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view post Posted on 31/1/2012, 21:10
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Assotigliò lo sguardo alle prime parole, la voglia di saltarle al collo e spaccarle quel bel faccino che si ritrovava era ancora forte in lui, voleva soltanto che sparisse.
"Collins parla troppo! No, non posso sedermi vicino a te, non ho la minima voglia di ascoltarti perchè da quella cazzo di fossa biologica che ti ritrovi al posto della bocca ti è gia uscito anche troppo! Ti porto un frullato e poi sparisci!"
Se ne fotteva se usava quella vocetta implorante, ok, lui era stato un testa di cazzo con quello scherzetto idiota ma lei aveva superato il limite gia precario della sua pazienza, non voleva ascoltare nulla di quello che poteva volergli dire, meglio così. Tra l'altro... che le interessava sapere che lui la detestava a tal punto da non poterne reggere la vista? Se era lì era certamente per scusarsi con lui, peccato che tutto quello che aveva combinato non potesse essere cancellato , aveva rovinato un bel pò di cose!
Becky mise fuori il musetto, osservandolo, aveva sentito l'aria pesante ma non disse nulla risparendo in cucina dopo un occhiataccia del ragazzo che riempiva il bicchiere in un attimo. Lo mise davanti alla rossa tornando ai suoi doveri, sistemare la cassa, i vassoi, tutto, lo straccetto nella mano come un ottimo cameriere, peccato l'umore!
Poteva avvertire l'aria infuriata che trasmetteva, come una cappa, era un grosso problema per quello che era! I nephilim non hanno freni alle volte, gliene aveva parlato sua madre una volta, gli aveva spiegato che al pari di altre sovranaturali lui aveva qualche difficoltà a trattenere certi sentimenti, certo, teoricamente doveva essere più portato alla misericordia ed alla pce nel mondo ma non era mai stato così! Non si vedeva a spargere fiori ed amore come uno di quegli angioletti dipinti nelle chiese: gli angeli non erano così! Gli angeli erano diversi... suo padre lo era! Se non sbagliava gli arcangeli, da cui derivava metà del suo sangue, non erano descritti come bene assoluto, almeno non tutti... sapeva che uno di loro lo era, Gabriel, ma da quanto aveva percepito nei cieli la sua presenza era scarsa da tanto di quel tempo da fare impallidire il Signore stesso!
Raphael era invece un grandissimo pezzo di merda!
In 17 anni non lo aveva visto una volta, era a causa sua se sua madre era stata male ed invece che insultare Annette si sarebbe dovuto insultare quel grandissimo bastardo!
Comunque non prestò più alcuna attenzione alla mocciosa, le aveva parlato anche troppo, se non fosse stato che aveva bisogno di quel lavoro come l'aria che respirava le sarebbe saltato alla gola di nuovo! Ma non poteva, aveva bisogno dei soldi, era facile dire che il denaro non dà la felicità, non era sempre così... nella sua situazione avrebbe dato comunque una bella spinta.
I suoi sogni, i suoi obbiettivi, si facevano ogni giorno più lontani, sfuggivano dalle dita, ed ora che aveva anche preso la decisione di non tornare ancora a scuola proprio per evitare un imbecille la cosa si faceva anche più difficile! Non che fosse proprio sicuro di quest'ultima decisione, quello che lo frenava era Collins sempre e comunque, quell'uomo che si era sempre dato da fare per lui, dandogli anche ripetizioni senza nulla in cambio, che lo facesse per sua madre non era una cosa nuova... Collins era innamorato perso di Annette... probabilmente gli sarebbe piaciuto averlo come padre.
 
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